VIAGGIO SULLE CIME DELLA ROMAGNA…BLOG 10

VIAGGIO SULLE CIME DELLA ROMAGNA…BLOG 10

21 APRILE 2020

A STORY TREKKING… VIAGGIO SULLE CIME DELLA ROMAGNANO COMMENTS

 

ZAMBOTREKKING, CRAL COMUNE E PROVINCIA DI RIMINI e

ANSPI SAN RAFFAELE RIMINI

presentano

VIAGGIO SULLE CIME DELLA ROMAGNA

QUARTA TAPPA

SAN LEO MINIERA 20,5 Km / dislivello positivo 1183 mt / dislivello negativo 1274 mt…seconda parte

 

Dopo la sosta pranzo a Novafeltria, il gruppo si rimette in cammino…

 

Zambo: ora ci attende una ripida salita su strada asfaltata fino alla zona di Talamello, dove nei pressi della scuola materna entreremo nel il sentiero CAI 96 (questo sentiero inizia a Pietracuta e termina a S. Agata Feltria, per una lunghezza complessiva di 31,4 km).

Emma: come sarà il prossimo tratto di percorso ?

Gianluca: questo sentiero parte subito con una ripida pendenza, facciamo subito attenzione perché nel tratto iniziale è anche percorso mtb. Si sviluppa in gran parte su strada sterrata e arriva fino alla cima del Monte Pincio, costeggiato ai lati da grandi castagneti.

Zambo: il monte Pincio è formato da roccia arenaria composta principalmente da elementi sabbiosi. I terreni attorno questa roccia tenera sono quindi sabbiosi ed acidi allo stesso tempo e offrono le condizioni ideali per la coltivazione del castagno, un albero molto presente in questo tratto dell’itinerario. Questo territorio ospita diversi castagneti secolari; l’introduzione locale della coltura del castagno sembra risalire alla presenza di alcuni ordini monastici in età medioevale.

Gianluca: la castagna, definita dal poeta Giovanni Pascoli come “l’Italico albero del pane”, ha importanti proprietà nutritive, tanto che in passato era una risorsa alimentare fondamentale delle zone montane e collinari e veniva usato normalmente per produrre farina in sostituzione dei cereali. In Romagna i nostri avi avevano soprannominato la castagna con il nome “pen te mez’ de ciel”, per definire questo frutto, che sospeso sui rami dell’albero, sembra collocato fra cielo e terra. La castagna locale è il famoso marrone del Monte Pincio, una varietà pregiata tipica del Montefeltro e in particolare dell’Alta Valmarecchia, già inserita nell’Elenco Nazionale dei Prodotti Tradizionali.

Emma: ogni anno in Ottobre e nelle prime settimane di Novembre in tanti accedono ai numerosi castagneti della zona per la raccolta di castagne, ricchi di punti suggestivi e di grande fascino naturale, ideali per una scampagnata o per fare un pic-nic. Da non perdere la tradizionale Fiera delle Castagna di Talamello che ha luogo ogni anno.

Gianluca: lungo questo sterrato, ai margini dei boschetti, nelle scarpate e nei praticelli assolati sviluppano in primavera splendide fioriture di orchidee (tra cui per esempio le rare Dactylorhiza sambucina e Orchis anthropophora), gigli (Giglio martagone) e anemoni. Sulla vetta del Monte Pincio fiorisce il Dittamo (specie rara a livello regionale) e nei punti più assolati è stato scoperta la presenza del Barbone adriatico (Himantoglossum adriatico), un’orchidea dai curiosi fiori con petali lunghi, mentre nel sottobosco fiorisce il Dente di cane e la Scilla silvestre, ciclamini, sassifraghe e il Sigillo di Salomone maggiore

Zambo: tra un racconto e l’altro siamo arrivati velocemente in cima al monte Pincio, da qua possiamo godere del bel panorama intorno a noi e prendere il prossimo sentiero che inizia proprio dietro i ripetitori. Proseguiremo poi verso il Monte della Perticara attraversando tutto questo crinale e, ad un certo punto, la strada diventerà sterrata fino all’arrivo a Perticara.

Avete notato come lungo questo tratto la vegetazione ha caratteri diversi a seconda che si trovi sul versante sud o su quello settentrionale? Nella parte esposta a sud troviamo lecci, elicrisi e il pero corvino, tipico delle rupi soleggiate mentre in quella che guarda il nord aceri, faggi e tigli danno al paesaggio un aspetto decisamente montano, nonostante l’altitudine relativamente modesta (il monte Pincio raggiunge la quota di 850 mt).

Emma: caspita, anche oggi incontriamo tanta ricchezza di specie vegetali.

Gianluca: e non finiscono qui le sorprese..Nelle falesie del monte Pincio e di Perticara è tornato da qualche anno il Falco pellegrino (animale con velocità e potenza allo stato puro). La presenza di questo splendido rapace nella nostra regione è stata nel passato condizionata negativamente dall’inquinamento ambientale ma in seguito al divieto di utilizzo del DDT si è assistito recentemente a un aumento demografico, anche in Romagna. Questi falconi prediligono le aree rocciose per l’impianto dei loro nidi, presso cenge nelle pareti a strapiombo.

Zambo: se siamo fortunati, potremmo avvistarne qualche esemplare in zona, magari mentre tornano al nido portando le prede delle loro cacce !

 

..arrivati a Perticara:

 

Emma: ragazzi, in che direzione andiamo adesso?

Gianluca: seguiamo questa strada sterrata che sale a destra, per costeggiare il parco avventura Sky Park con percorsi attrezzati, immerso in un bosco principalmente da Pini neri, aceri campestri e castagni: ci troviamo ora sul Monte Aquilone, un rilievo formato da una rupe ricoperta da folta vegetazione che sovrasta l‘abitato di Perticara. Nei pressi del parco avventura c’è il “Il Sasso del diavolo”, una grossa pietra di arenaria ben visibile lungo il sentiero tematico del Pino nero che termina nel paese di Perticara. La leggenda costruita attorno a questo curioso macigno narra che si tratta dell’ultima pietra destinata alla costruzione del ponte di Tiberio a Rimini rimasta qui per un capriccio del diavolo.

Zambo: ora continuiamo la salita sul sentiero che ci porta in cima al Monte della Perticara, lungo il percorso troveremo i ruderi di un area archeologica del periodo neolitico e di un oratorio paleocristiano, entrambi i siti sono stati rinvenuti durante i lavori di rimboschimento degli anni ’60, peccato siano privi di segnalazione e non valorizzati come meriterebbero.

Emma: sono stanca di camminare, quanto manca a questo nuovo traguardo?

Gianluca: poco, anzi pochissimo Emma !.. vedo lassù il punto di lancio per deltaplani e parapendio, quindi praticamente arrivati. Siamo a circa 900 mt e il panorama davanti a noi spazia meravigliosamente da un lato su tutta la riviera adriatica da Cesenatico e dall’altro sul vasto appennino circostante con il M. Pincio che è proprio li davanti. In questo luogo è sempre forte il contrasto tra la bellezza del paesaggio attorno e il degrado in cui versa l’edificio che ospitava un vecchio ristorante abbandonato oramai da decenni.

Zambo: in effetti il Monte Pincio è molto vicino a noi! Assieme al Monte della Perticara forma un’isola geologica composta di arenaria composta principalmente da antica sabbia con granuli poco cementati. Si tratta di due affioramenti piuttosto levigati ed erosi dagli agenti atmosferici, in continuità geologica e vegetazionale il loro profilo squadrato è maggiormente visibile osservandole da occidente, dai vicini crinali del Cesenate e del Forlivese.

 

..il gruppo si rimette in marcia, ritornando a Perticara

 

Emma: finalmente siamo arrivati a Perticara, anche oggi tanta strada percorsa!

Gianluca: ci meritiamo proprio un buon caffè, sediamoci in questo bel bar del paese!

Zambo: ottima idea! Pensate che Perticara è famosa per la Miniera di Zolfo più grande d’Europa, giacimento chiuso nel 1964 del quale oggi rimane il il Museo Storico Minerario Sulphur

Emma: domani mattina potremmo andare a visitare il Museo prima di partire per la prossima tappa, cosa ne dite?

Gianluca: ..io farei anche tappa presso qualche produttore locale di formaggio di fossa locale…mi hanno detto che è una delle tante eccellenza gastronomiche della Valmarecchia che non vorrei perdermi.

Zambo: ragazzi, mi avete dato due ottimi suggerimenti per domattina, non so però se riusciremo a conciliarli con la nostra tabella di marcia, che sarà bellissima e lunga anche domani!

Emma: bene, intanto andiamo a cena in questa trattoria! Lo meritiamo proprio dopo questa lunga giornata itinerante! Domani è un’altro giorno e si vedrà!!!

TO BE CONTINUED…

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