Nuoro. Il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, Sardegna, si estende su un territorio incantevole e selvaggio, permeato dal fascino di una cultura antica e radicata. Il Gennargentu è il più vasto complesso montano della Sardegna, collegato ai monti della Barbagia e ai Supramonti. Il massiccio scivola poi fino al mare a formare il Golfo di Orosei, il più selvaggio tratto di costa del Mediterraneo. Il paesaggio è incredibilmente vario: rilievi, pascoli, canyon, vallate e foreste, spiagge e falesie che cadono a picco su un mare dai colori cangianti. Oltre i 1.200 metri, si estendono ampi prati erbosi, mentre più in alto domina l'ambiente rupestre, con i prati a timo; diffusa anche la ginestra con specie endemiche, quali la ginestra di Pantelleria, la ginestra di Corsica e la rara ginestra di Moris. Qui vivono anche vecchi esemplari di tasso, immobili custodi. Scendendo di quota, a circa 1.000 metri, nella fascia delle querce, resistono alcuni esemplari di roverella, di quercia virgiliana e della rarissima quercia congesta. Più in basso, in particolare sul Supramonte di Orgosolo, sopravvivono le uniche foreste intatte di leccio in Italia. Lungo le pareti che finiscono in mare, dove il clima è molto caldo, si estende una fascia ad olivastro, lentisco, ginepro e carrubo. Si passa poi all'oleandro, che tinge di rosa le rive delle calette, e alle fioriture di peonia, genziana e rosa selvatica. Eccezionale anche la fauna, a cominciare dal muflone, animale simbolo della Sardegna; altrettanto prezioso, resiste l'ultimo degli avvoltoi sardi. Le aquile reali, i grandi corvi imperiali e i falchi pellegrini sono tutti abitanti stabili del Gennargentu; di grande interesse anche la presenza del gracchio corallino. Molto legati all'ambiente boschivo sono gli astori e gli sparvieri, mentre la poiana s'incontra quasi ovunque; sulle falesie a picco sul mare, vivono colonie di falco della Regina. I mammiferi comprendono un buon numero di predatori, come il gatto selvatico sardo, la martora, la donnola e la volpe. Numerosi gli anfibi e i rettili, con almeno 10 endemici; mentre nelle acque dei torrenti vive una trota tipica della Sardegna, la trota macrostigma. Da segnalare che nel Golfo di Orosei sono stati avvistati gli ultimi esemplari della foca monaca d'Italia, specie ormai sull'orlo dell'estinzione. È molto lungo l'elenco delle aree naturalistiche del Parco che meritano una visita. Si parte dal Supramonte, un'immensa e selvaggia catena calcareo-dolomitica ad altopiano che s'innalza fino a 1.463 metri con la Punta Corrasi; da non perdere il Supramonte di Oliena, luogo antichissimo e ricco di vegetazione, e quello di Orgosolo, dove sopravvivono boschi ultrasecolari. Particolarmente scenografici sono la sorgente carsica di Su Gologone, la più importante della Sardegna, e Gola Gorropu, il canyon più profondo d'Europa, con pareti alte oltre 400 metri che ricadono su enormi massi dal colore bianco accecante. La dolina denominata Su Suercone è un immenso inghiottitoio che custodisce un gruppo di tassi secolari e, ancora, il mondo segreto delle grotte nel comune di Oliena, dove si trovano Su Bentu e Sa Oche, circa 15 chilometri di ambiente sotterraneo inesplorato. E infine il il Golfo di Orosei, un tratto di costa di 40 km che va da Cala Gonone a Santa Maria Navarrese. Il paesaggio qui è straordinario e unico, fatto di falesie e bastioni imponenti, gole carsiche che terminano in delizione calette, Cala Luna, Cala Sisine e Cala Fuili, solo per citarne alcune. Completano il panorama le acque trasparenti e grotte meravigliose, la più nota è quella del Bue marino.