VIAGGIO SULLE CIME DELLA ROMAGNA…BLOG 07

ZAMBOTREKKINGCRAL COMUNE E PROVINCIA DI RIMINI e
ANSPI SAN RAFFAELE RIMINI
presentano
VIAGGIO SULLE CIME DELLA ROMAGNA

SECONDA TAPPA – parte due
VERUCCHIO UFFOGLIANO 20.3 Km 1236 mt dislivello positivo / 1104 mt dislivello negativo
…lasciato Montebello il viaggio continua verso Uffogliano

Zambo: dai…è venuto il momento di ripartire per la prossima tappa… Uffogliano. In quella zona ci sono magnifici trekking da fare e volendo si può seguire anche un corso giornaliero per imparare a camminare meglio in natura senza farsi male!
Emma: io ho già voi che mi badate in questo viaggio ma parteciperò sicuramente la prossima volta!!!… ok, siamo pronti, partiamo!

Gianluca: lasciandoci alle spalle questo bellissimo borgo date un’occhiata alla rupe di Montebello, è evidente un grande rimboschimento anche qui fatto con pino nero e cipressi.
Zambo: in effetti era una pratica molto diffusa qualche decennio fa per recuperare i terreni marginali e non produttivi. Prassi utilizzata in molte parti del nostro Appennino, anche nell’ultimo dopoguerra in zone un tempo coltivate e poi abbandonate.
Emma: discorso lungo quello dell’abbandono della montagna!… in effetti questo trekking in Romagna è nato per far conoscere luoghi affascinanti e far si che l’abbandono non continui!… speriamo che sempre più persone vengano a visitare queste magnifiche terre!
Cosa ci attende nel prossimo tratto ?
Gianluca: il percorso che faremo è in parte su strada bianca e in parte su terreno argilloso con lunghi tratti scoperti, praticamente fuori dal bosco. Seguiremo adesso le indicazioni per Monte Matto e poi dritti verso Uffogliano.
Zambo: sapete?…per un lungo periodo ho percorso almeno una volta al mese questo sentiero per studiarne il comportamento ed ecosistema. Si sviluppa lungo questo crinale e consente di vedere le due bellissime valli che separa: a sinistra quella del Marecchia e a destra quella dell’Uso. Per i primi due km è strada bianca chiusa al traffico, poi si trasforma in una strada campestre e quindi in un sentiero sempre ben marcato e regolarmente segnato.
Emma: da quassù si vede molto bene la struttura della valle del Marecchia con greto ampio e ghiaioso, tipica dei torrenti che nascono nel nostro Appennino e sotto di noi è ora ben visibile in lontananza il Santuario della Madona di Saiano.
Gianluca: a destra invece c’ è una zona calanchiva e all’orizzonte si intravedono i castelli di Longiano e San Giovanni in Galilea che è anche il più antico e dominante insediamento sulle valli dell’Uso, del Rubicone e del Marecchia.

Un attimo di pausa

Emma: Io mi fermo un’attimo a bere, stiamo camminando sotto il sole da un po’ di tempo ormai e l’idratazione è una cosa molto importante durante un trekking !!
Zambo: ottima idea, seguo anch’io il tuo esempio! Nel frattempo guardatevi intorno ragazzi, vicino a noi ci sono vari ambienti vegetazionali: qua abbiamo ad esempio una Roverella, la specie di quercia più diffusa in Italia che preferisce normalmente ambienti termofili, cioè suoli ben soleggiati. Più in la Orniello e Carpino nero.
Gianluca: dietro di me c’è invece un biancospino e della rosa caninaarbusti che sono di casa da queste parti.
Emma: ehi ma mi sono seduta vicino a queste argille che sono azzurre, non me ne ero accorta! Che colore, e che forma particolare!
Zambo: si tratta di argilla scagliosa. Oltre che in Valmarecchia e nelle colline bolognesi, gli strati di argilla scagliosa sono molto ben visibili ad esempio nella zona di Bagno di Romagna, vicino alla superstrada E45 dove si trovano in tante pareti rocciose sotto forma di strati di colore grigio latte, spessi pochi centimetri e tutti orientati nello stesso senso che molte volte sono alternati a strati rocciosi più duri di arenaria. Il colore grigio latte dell’argilla è presente in gran quantità nelle acque dei fiumi durante le piene.
Gianluca: bene ragazzi, che ne dite di ripartire? …abbiamo ancora tanti km da fare prima di arrivare al Bed & Breakfast dove pernotteremo questa sera…

Si riparte…

Emma: ok, andiamo. Bello il versante alla nostra destra, ricco di prati con un grande bosco a conifere. Quella zona è per caso la Costa dello Speco ?
Zambo: si Emma! Abbiamo proprio un buon passo di marcia oggi e tra poco oltrepasseremo Monte Matto e Monte Leta, due punti panoramici molto belli che si raggiungono deviando su sentieri decisamente ripidi. Sono comunque da evitare in caso di pioggia per il terreno che diventerebbe estremamente fangoso per i nostri scarponi da trekking.
Emma: ma oggi non avremo questo problema, per fortuna! ah…ah…ah

Gianluca: per fortuna non oggi no…ah…ah…ah… il terreno è ben asciutto sia qui sia nei calanchi alla nostra destra dove scorre il Rio Morsano, affluente dell’Uso. Sono zone calanchive ripide dove il suolo argilloso e arido offre condizioni limite per le comunità vegetali che qui riescono a vivere solamente grazie al loro elevato grado di adattamento.
Zambo: è un regno di pianticelle modeste ma che si trovano a loro agio nella salinità di simili suoli, come l’artemisia dei calanchi che è esclusiva di questo ambiente, alcune gramigne, il riscolo e la piantaggine marittima che troviamo fin sui bordi dello sterrato.
Emma: è incredibile quanta biodiversità può concentrarsi in un unico territorio.
Gianluca: infatti la copertura boschiva è diversa in ognuno dei due versanti di questa zona. Nel versante esposto a sud-ovest, più caldo e soleggiato, ci sono piante come la roverella, l’orniello e arbusti mediterranei come la fillirea mentre, nel versante esposto a nord-est, il terreno ha un minore tempo di insolazione quindi una temperatura media minore con un maggiore umidità. Di conseguenza la vegetazione è formata in gran parte da carpino nerocarpino bianco e dal nocciolo, tutte piante che richiedono una disponibilità idrica moderata ma persistente nel suolo. Anche la componente erbacea è condizionata dall’esposizione “fresca”, accentuata anche dal fitto bosco, ne fanno parte l’erba trinità, il giglio rosso, l’anemone,la fragola, la campanula, e la pulmonaria.

Zambo: huaooo Gianluca! Quante informazioni tutte in una volta!!! Ragazzi, siamo a ¾ del nostro itinerario di oggi e tra poco arriveremo nella zona della Giungla dei Castagni di Uffogliano. Già del nome si capisce che è un grande bosco composto in gran parte da castagni secolari, sicuramente il castagneto più noto di tutta la Valmarecchia.
Emma: Ci sono venuta molte volte qui a raccogliere le castagne, peccato che adesso siamo fuori stagione.
Gianluca: Si, davvero… due caldarroste con un bicchiere di Cagnina ci starebbero proprio bene adesso….
Zambo: ehi guardate, tra poco il sole tramonterà, come sempre sarà il solito grande spettacolo quotidiano della Valmarecchia. Dai che manca solo una mezzoretta di cammino per arrivare al Bed & Breakfast che abbiamo prenotato… nel frattempo ho un’ultima cosa da raccontarvi. Lo sapete che in questa zona sulla vetta della rupe c’era un castello, il Castellaccio?
Emma: sì, ne ho sentito parlare.
Zambo: documenti ufficiali del 1317 parlano del “Castrum Uffugliani”, un maniero che fu poi distrutto da Sigismondo Malatesta nel 1458. Rimangono solo i resti di un torrione cilindrico impostato su base triangolare; per accedervi bisogna salire una strada medievale intagliata nella roccia.
Gianluca: Sicuramente ci andremo in un’altra occasione, ormai è quasi buio. Sempre in zona c’è una Chiesa parrocchiale (link video): un complesso chiesa-canonica è un esempio ben conservato di parrocchia rurale, recentemente restaurata. La chiesa, già dedicata a Santa Maria e in seguito a San Carlo Borromeo, ha conservato l’arredo tradizionale.
Emma: Bene! …ma ne sai davvero a pacchi Gianluca! Comunque direi di andare nel B&B adesso, sono stanchissima e mi fanno male i piedi ! An ni pos più!…ah…ah…ah

I nostri tre amici riprenderanno il cammino ogni giorno alle 15.17 quando… CLICCHERAI QUI!!!

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