Tre consigli sulla scelta delle scarpe da trekking

La scelta delle scarpe da trekking è sempre molto personale. Gli escursionisti esperti hanno ormai sicuramente dei parametri di riferimento assolutamente imprescindibili. Ognuno preferisce determinate caratteristiche, sulle quali, per altro, ho assistito a numerosi dibattiti piuttosto accesi. Ma per chi si avvicina all’escursionismo la scelta delle prime scarpe, oppure delle “prime scarpe importanti”, che segnano il passaggio da una frequentazione della montagna saltuaria ad un approccio più continuo e vissuto può essere disorientante. Esistono ormai sul mercato un numero considerevole di marche e modelli, con caratteristiche e prezzi molto differenti. Il rischio è duplice: da una parte un acquisto (magari fatto nell’ottica del risparmio) mal ponderato che ci porterà ad avere un prodotto non in linea con le nostre esigenze, dall’altra (all’opposto), quello di spendere una cifra esorbitante per acquistare un prodotto di fascia troppo elevata per le nostre esigenze, che non aggiungerà nulla alla nostra esperienza in montagna, dopo aver fatto un investimento importante. Allora come districarsi in questa scelta?Innanzi tutto è necessario fare alcune precisazioni preliminari. Nella mia esperienza ho avuto modo di valutare che a differenza di altri accessori (quali il vestiario, ad esempio), l’investimento sulla scarpa ha un valore fondamentale sull’attività escursionistica. Mentre, infatti, un capo più o meno tecnico inizia a far sentire la sua importanza da un livello di intensità escursionistica abbastanza elevato, la scarpa da trekking è un elemento fondante anche se abitualmente partecipiamo ad escursioni di impegno medio/basso. Se, infatti, siamo escursionisti abbastanza assidui, ma viviamo esperienze tutto sommato tranquille, non ci troveremo a disagio anche se non usiamo abbigliamento particolarmente tecnico, mentre le scarpe faranno sempre e comunque la differenza. Questo significa che nel momento in cui si è deciso di affrontare con una certa continuità la pratica escursionistica, si dovrebbe considerare l’acquisto di una buona scarpa, iniziando a valutare quelle che sono le caratteristiche per noi essenziali. Mentre se si inizia ad uscire in escursione tanto per provare, magari trascinati da qualche amico, si potrà optare per un acquisto meno impegnativo. In nessun caso, comunque, è consigliabile praticare escursionismo di qualsiasi livello e su qualunque percorso, con calzature diverse da quella da trekking (vedi scarpe da ginnastica o peggio), perché il rischio di infortunio anche su sentieri facilissimi in questo caso si impenna. In sostanza, come si dice per la casa, risparmia su tutto, tranne che sulla cucina, vale in escursionismo per le scarpe. Ma su quali presupposti sceglierle? Per operare una scelta consapevole bisogna innanzi tutto comprendere com’è fatta la struttura di una scarpa da trekking. Solitamente questa ha di base quattro elementi costitutivi: la suola, la tomaia (che è la parte esterna della scarpa), il rivestimento esterno, le stringhe (i lacci). Tutti questi elementi sono fondamentali e concorrono alla sua qualità e funzionalità. Oltre agli elementi costitutivi, esistono in sostanza due tipologie di calzatura adatta per l’escursionismo: il classico scarpone alto alla caviglia (da sempre quello utilizzato) e quello importato da non troppo tempo dalla corsa in montagna (trail running), dall’aspetto meno strutturato e con il collo sotto la caviglia. Una terza tipologia, spesso venduta al posto dello scarpone da trekking è quello da alpinismo, molto più rigido, pesante, con la suola estremamente poco duttile. A meno che non abbiate intenzione di affrontare ascensioni alpinistiche non fatevi indurre a comprare questo tipo di calzatura con considerazioni del tipo: è più sicuro, ci vai da tutte le parti etc., perché renderete solamente pesanti e penose le vostre escursioni.

Come dicevamo inizialmente non c’è un tipo univoco di scarpa universalmente adatta a tutti e a tutti i contesti. Possiamo cercare però di individuare la tipologia più adatta alle nostre esigenze. Alcuni elementi, sono però comuni e fortemente da consigliare in fase di scelta della calzatura. In particolare mi soffermo su tre aspetti fondamentali.

Innanzi tutto la suola. In una scarpa da trekking questo elemento può fare la differenza su molte cose. Su quanto faticare durante l’escursione, su quanto soffriranno i nostri piedi su terreno accidentato, su quanto sarà probabile la possibilità di farsi male, su quanta aderenza al terreno avremo (soprattutto in discesa e su tratti esposti). Solitamente maggiore è la rigidità della suola, tanto più questa è adatta a terreni sconnessi, pietrosi e sassosi, ovviamente all’aumentare della rigidità diminuisce la comodità della stessa. Dal momento che la nostra prima scarpa probabilmente non ci condurrà su terreni particolarmente difficoltosi, in questo caso, pur mantenendo un certo equilibrio tra stabilità e comodità, l’ago della bilancia sarebbe opportuno pendesse un po’ per quest’ultima. In ogni caso il consiglio di fondo è quello di preferire in assoluto una suola in Vibram, miscela di gomma vulcanizzata che è diventata ormai da tantissimi anni sinonimo di affidabilità e durata fin dal lontano1936 quando venne ideata da Vitale Bramani (VI BRAM).

Il secondo elemento fondamentale è la fodera interna. Deve tenere asciutto il piede e rendere confortevole il cammino. Nel tempo ne sono state brevettate in gran numero, alcune adatte soprattutto per attività alpinistica, altre che non garantiscono il minimo di comfort necessario durante un’escursione. Anche in questo caso esistono diverse esigenze e preferenze, anche se una soluzione valida e sostanzialmente universale è quella di scegliere scarpe in gore-tex, che ormai hanno raggiunto un rapporto qualità prezzo più che soddisfacente.

Non mi addentrerò particolarmente sulla questione tomaia, perché le soluzioni sono innumerevoli e tutte valide a seconda delle preferenze individuali (materiali come Cordura, Nabuk, vero cuoio), mentre è più producente affrontare il nodo più controverso dell’universo calzatura da trekking: scarpe alte o basse? Su questo argomento il mondo escursionistico è decisamente diviso. La questione è spesso liquidata da alcuni come una scelta tra sicurezza ma pesantezza o leggerezza ma scarsa affidabilità. In realtà la questione è più complessa. Da decenni la scarpa considerata adeguata per il trekking è lo scarponcino rinforzato alto alla caviglia. Questo soprattutto perché si ritiene che protegga in maniera ottimale questa articolazione proteggendola dall’infortunio più comune in escursione: la storta. Questo incidente, oltre ad essere decisamente fastidioso, in ambiente naturale può diventare fortemente invalidante e anche pericoloso. Una scarpa che fascia adeguatamente la caviglia viene, quindi ritenuta più idonea, anche a scapito della leggerezza e comodità. Negli ultimo anni, però, oltre ad un folto gruppo di amanti della scarpa bassa in virtù della libertà di movimento, alcuni studi scientifici (eh si, si fanno anche su queste cose) hanno avanzato la tesi secondo la quale in realtà il blocco articolare portato da un supporto rigido o semirigido alla caviglia impedisca il normale movimento durante il passo, disabituando contemporaneamente la stessa ad operare tutta una serie di micro movimenti atti alla stabilizzazione del corpo durante il cammino in ambiente accidentato. Questo comporterebbe in realtà una minore efficienza del movimento del corpo ed un aumento della possibilità di andare incontro ad infortuni non solo a livello articolare, ma anche posturale. Ad oggi questa posizione, almeno a livello ufficiale è minoritaria, ma non è da escludersi possa emergere come dato di fatto nel futuro. L’ideale sarebbe, quindi possederle entrambe. Uno scarponcino alto per le escursioni più “montane” ed una scarpa da trekking bassa per escursioni meno sfidanti. Visto che non tutti possono investire in più di una scarpa, dovendo scegliere la prima calzatura, attendendo di prendere una certa dimestichezza con l’ambiente naturale outdoor, probabilmente è da preferire la scarpa alta. Una volta divenuti più pratici, si potrà eventualmente operare una scelta ponderata.

In effetti solamente l’esperienza darà la quadra giusta della “vostra” scarpa da trekking. Gli elementi di cui abbiamo parlato sono una base per iniziare “sul sicuro”, ma poi starà a voi maturare l’insieme di caratteristiche che vi soddisfaranno nell’affrontare cammini e sentieri durante le vostre avventure.

Professionale

Enrico Caciolo

  • Guida Ambientale Escursionistica