Coi piedi tra le nuvole nel regno dell’aquila reale –

Ci sono storie affascinanti che si svelano attraverso semplici elementi – come pietre, cocci e segni – che solo chi ha voglia di leggere, riesce a ricostruire. Di storie così sono ricche le alture che circondano Palermo, montagne per i più anonime, a cui magari non avete mai dato importanza. Alcuni tra questi monti dell’oblio, i siciliani li hanno avuti di sicuro sopra gli occhi viaggiando sull’autostrada Palermo-Catania, nel tratto che va da Altavilla Milicia fino a Termini Imerese (passando per le zone di San Nicola l'Arena, Trabia, Caccamo, Baucina, Cerda e Ventimiglia di Sicilia): si tratta di pizzo Cane, pizzo Trigna, pizzo Selva, San Michele, Sant'Onofrio e  poco più in avanti monte San Calogero. Questo è il regno dell’aquila reale che vola solitaria e maestosa, custode di una natura aspra ma bellissima. Il territorio è quello della "Riserva Naturale Orientata di Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto”, tra le più importanti aree protette della Provincia del capoluogo siciliano.

Dentro la Riserva si snoda un dedalo di sentieri che si dipanano tra i segreti di un’area protetta di oltre 4.500 metri, sul versante occidentale del Parco delle Madonie, affacciata direttamente sul Mar Tirreno. Quando deciderete di esplorarlo (i percorsi sono molto variegati e consentono escursioni in mountain bike e di trekking) vi consigliamo di fare un primo “giro di prova” che vi consentirà di scoprire le tante opzioni di tragitto che questa riserva offre all’escursionista.

Gli ingressi all’area protetta sono diversi, i più noti sono quelli di Altavilla Milicia (paese); quello dell’area forestale in prossimità del bevaio Angelia che a pochi minuti alla bellissima Grotta Mazzamuto; un altro che si raggiunge dal paese di Trabia e un altro ancora che si trova sulla strada provinciale n.6 che conduce a Ventimiglia di Sicilia, da cui è raggiungibile l’eremo di San Felice, edificato tra il 1290 e il 1310 dall’eremita laico Frà Guglielmo Gnoffi (l'eremo era addirittura utilizzato come punto di riferimento a mare dai rais delle tonnare di San Nicola L'Arena e Trabia per la posa delle reti).

Oggi, da molti escursionisti, l’eremo è considerato la “porta principale” della riserva e assieme alla “Casina” sul monte Sant’Onofrio, è tra le costruzioni più antiche dell’area protetta. Poco distante dall’eremo si trova Cozzo Sannita dove, lungo il corso del fiume San Leonardo, si notano le tracce di un antico insediamento urbano punico-ellenistico: un punto di partenza ideale (ci vogliono più o meno due ore di marcia) nel per raggiungere, tra numerose e bellissime sorgenti d’acqua, la grotta dei Birilli.

Quello che vi proponiamo è di effettuare la prima esplorazione della riserva (in seguito potrete affrontare uno splendido percorso ad anello che attraversa tre rifugi n.d.a.) raggiungendo l’ingresso vicino la casa forestale Angelia, percorrendo la statale 113 in direzione Messina (dopo essere usciti dall’autostrada – per chi proviente da Palermo – ad Altavilla Milicia) e svoltando a destra al cartello “San Michele Sperone”. Di lì in poi superando una sala trattenimenti (una volta conosciuta come lo storico locale “Quadrivio” oggi "Villa Nosa") potrete seguire le indicazioni per l’ingresso dell’area protetta e continuare a piedi. Il sentiero di sterrato che sale fino “alle antenne” (piano Piraino) è facile (anche se la pendenza è costante) e durante la camminata troverete diverse possibili varianti alla vostra escursione. In tutto per arrivare fino in cima e ritornare sui vostri passi, potrete impiegare circa quattro ore.

Sarete rapiti da rarissimi esemplari di acero campestre, ornello e di ligustro. In alcune zone il sottobosco offre pure qualche esemplare di Boletus Leccinum. La riserva dà poi sicuro riparo a rapaci come il nibbio, il falco pellegrino e il gheppio. Senza contare che durante il cammino, la martora, l'istrice e il gatto selvatico potrebbero anche raccontarvi qualche storia su questi luoghi che hanno eletto a loro dimora. Che aspettate allora? Se siete camminatori a cui – come me – piace godere del bosco tutto l'anno, sfruttate l'imminente e mite parentesi invernale sicula per ammirare le punte più in alto come pizzo Inferno talvolta imbiancate da brevi e insolite spruzzate di neve siciliana, oppure fissate una visita a questa riserva poco più avantigià nella prima primavera, quando le piogge si diradano, la Riserva Orientata di Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto, offre l’impareggiabile spettacolo di praterie di Asfodelo, fioriture di Rosa peonia e Iberide.

By: http://about.me/miocarobru